Punti di vista... - 5° parte

in voilk •  10 days ago


    Immagine CC0 creative commons

    Dopo iniziali momenti di sconcerto, in famiglia, intendo nella famiglia allargata ai parenti prossimi, iniziò a circolare l'idea di denunciare questo accaduto, come un caso di malasanità, con specifico riferimento al cavetto che si era annodato su se stesso per infilarsi successivamente nell'intestino della mia compagna, ce lo dissero una volta, due volte, tre e più volte, proprio la persona che aveva così largamente caldeggiato il nome di quel chirurgo, forse anche a discolparsi per l'accaduto, noi ascoltammo queste campane, anche per forza perché erano piuttosto insistenti, ma noi avevamo un'altra ottica di ragionamento, giusta o sbagliata che fosse, dove ancora per il momento si metteva in prima luce l'atteggiamento della persona, ancor prima della figura del chirurgo, per cui lui, il chirurgo che aveva operato la mia compagna, era innanzitutto un uomo che sapeva confrontarsi con altri uomini, un medico, un dottore, un chirurgo che non lesinava spiegazioni, anche dettagliate, di quello che era stato il suo operato, per questi e altri motivi ancora a noi sembrava assurdo andava anche solamente a pensare di denunciare i fatti che erano successi perché era tutto quanto assurdo e illogico, forse aveva sbagliato, forse no, in ogni caso ci saremmo bruciati irrimediabilmente il rapporto anche umano che si era instaurato tra noi, senza parlare poi della necessaria fiducia che il paziente deve riporre nei confronti del medico al quale ha affidato la propria salute, ma nuovi fatti, nuovi accadimenti, successivi a quelli che vi sto narrando, andarono a porre dei seri dubbi sull'effettiva competenza di questo chirurgo, ma procediamo per gradi, andando a risolvere definitivamente le problematiche relative a questo 3° intervento d'urgenza, che aveva letteralmente strappato la mia compagna da una fine davvero poco simpatica...

    L'intervento ripristinò le condizioni originarie di salute della mia compagna, superato il quale per un mese tutto sembrava filasse liscio, a posto, ma a un controllo di routine, spinti anche dalla netta sensazione che qualcosa ancora non andasse per il verso giusto, ci rivelò quello che ci era passato per la testa, che non volevamo confessare a noi stessi, per quanto fosse allucinante anche solamente quel pensiero, ma tremendamente attuale e possibile, l'ipotesi di un ulteriore intervento, che la diatriba non fosse finita, anzi, che ancora non si era venuti a capo di nulla o poco più di nulla, perché le parole del chirurgo furono sibilline, occorreva fare un altro intervento ancora, perché oltre al prolasso della vescica si parlava anche di prolasso del retto, con conseguenze che si riversavano direttamente sulla stessa vescica, in quanto se non si operava anche il rettocele c'era il rischio di un'altra ricaduta del prolasso vescicale...

    Assurdo, incredibilmente assurdo ma dannatamente reale, era quello che era emerso da quella visita, una tempesta di pensieri, impressioni, sensazioni attraversava i nostri cervelli, non sapevamo più in quale direzione andare, se dare ulteriore fiducia a quel chirurgo, se cambiare strada, se non fare nulla, se denunciare il tutto alle autorità competenti, in questo gran baillamme finimmo per decidere di sottoporre la mia compagna all'ennesima operazione, questa volta al rettocele, confidando che fosse finalmente l'ultima di quella serie nefasta...

    Continua...

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