Non so gli altri ambiti lavorativi, ma il mio è pieno di convegni. Ogni momento dell'anno.
Questo quanto meno è quello che arriva a me, chiaramente non è così per chi li crea. Cioè loro ne faranno un paio all'anno, che però sommati a tutte le altre aziende al sottoscritto diventa alla fine un fastidioso bombardamento mediatico. E fossero solo le e-mail...
Posso comprendere la parte organizzativa, l'impegno che ci hanno messo a mettere tutto insieme e pure i venditori nel fare a gara per portare più clienti.
A parte il fatto che ogni volta sembra sia l'evento del secolo, ed invece sono le solite slide di PowerPoint, ma vabbè ci passiamo sopra. Il plus vero e proprio non è quello che dicono o mostrano, ma la pausa caffè. È il momento dove parli con gli altri, dove scatta, o dovrebbe scattare, il business.
Un po' più giovane ci ho anche provato a stare al gioco. Oggi con i capelli bianchi ci penso due volte. Presenti Tizio a Caio, perché ci hai lavorato ed è bravo. Ma quando andrà a fare la stessa cosa da Caio farà un casino. E Caio mi dirà "ma chi cazzo mi hai mandato?"
Ma questo non è il punto focale del post. No, è che ogni volta devi esserci per forza, letteralmente "per forza". Se non avessi una ceppa da fare tutto il giorno. Nel senso che sto in apnea e devo ricordarmi di respirare. Per cui perdere un pomeriggio o una mattina, sempre che non sia tutto il giorno, è fuori discussione.
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Verso la fine dell'anno scorso c'è stata una vera e proprie caccie all'uomo. Prima mi arrivano via mail, più e più volte. Poi tizio (di solito il venditore) telefona, gli dico chiaro e tondo che non ho tempo. "ma tu registrati lo stesso". Così faccio pure la figura del tirapacchi, perché il tesserino con il nome rimarrà al banchetto della reception. E come non bastasse poi ci sarà la telefonata postuma "eh, non sei venuto" sottacendo una specie di carico morale, della serie qua si è organizzata la sala, le hostess, il banchetto e tu neanche ti presenti.
Dopo una serie di no, o di "ignora", incredibile ma vero, scalano verso l'alto. Vanno sui capi a dire che c'è questo incredibile e irripetibile evento, ma il vostro tapino non vuole venire per pigrizia.
Anni fa Nota Big Company italica organizza un evento culturale a Venezia, solo per CEO e Mega-direttori. Niente slide e menate da marketing, lo scopo era fare "humus", cioè far incontrare figure apicali di settori diversi. Da cosa nasce cosa.
Salvo che il mio Mega-Direttore non ci andrà e scarica verso il basso l'incombenza. Il capo fa lo stesso a sua volta. In tutto questo il venditore pare assatanato, tormentandoci per avere una conferma di presenza. Immaginate la scena, una serie di dottor ingegner, "figl de putt" conte Cobram... e poi Fantozzi, cioè io. Ma ero già scafato e con abile giravolta non ci andai.
Eppure c'è di peggio... Per lo stesso meccanismo di scarico verso il basso, ad un collega viene detto di andare a tal convegno, di cui lui non sa nemmeno di cosa si parli. Vabbè, pensa, vado là mi siedo, sento cosa dicono, poi caso mai riferisco. Tanto pagato sei pagato, se il capo ti manda sei autorizzato, cosa mai potrebbe andare storto?
Arrivato alla reception, non appena dice chi è, ma più che altro per chi lavora, scattano tutti come molle. "Ah bene, la stavamo aspettando". Chissà dove si è persa la comunicazione nei livelli sopra, non doveva seguire il convegno, era proprio la Guest Star. Per cui gli stampano il nome al volo e si ritrova nel palco relatori al centro. Anche lui come me, fan del conte Mascetti, si è esibito in una supercazzola termonucleare, parlando del nulla e soprattutto senza dire nulla. Di necessità virtù.
Con la vecchiaia sono diventato consapevolmente cinico. Dico direttamente che della cosa non mi frega nulla e per certo non ho tempo da perdere per queste scemenze. Riuscire a non ridere vedendo la reazione nelle loro facce è ben più dura.
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